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  • Di Paolo & Internicola pedagogisti associati

Le regole d'oro per accrescere l'autostima dei bambini

Aggiornamento: 12 ott 2022


Sin dai primi anni di vita, i bambini cominciano a costruire una propria immagine di sé, che viene alimentata soprattutto dall’atteggiamento che i grandi hanno nei loro confronti. Ecco come possiamo accrescere la loro autostima e farli diventare adulti sereni e sicuri.


L’immagine di sé infatti si può dividere in tre parti:

- c’è il sé reale, che è quel che il bambino crede di essere

- il sé ideale, cioè quel che vorrebbe essere

- il sé imperativo, quel che sente di dover essere.


Nel corso della crescita, più questi tre elementi sono in accordo tra di loro, più il bambino crescerà sereno e svilupperà autostima, più si crea uno scollamento, più il bambino non si sentirà adeguato e accettato dalle sue figure di riferimento e percepirà la discrepanza tra quel che sente di essere e quel che gli altri si aspettano da lui.


Che cosa possiamo fare noi adulti per rendere il più possibile armonica la percezione che il bambino ha di sé e migliorare quindi la sua autostima?


Dargli obiettivi realistici, complimentarsi per i successi, criticarlo ma in modo costruttivo, credere in lui, aiutarlo al momento giusto, fare il tifo per lui e fargli coltivare i suoi talenti. Sono questi i consigli del pedagogista  francese Bruno Hourst per crescere figli capaci di affrontare le avversità della vita


Le regole per coltivare l'autostima di tuo figlio:


Dargli obiettivi realistici

Per evitare che si scoraggi, se l’obiettivo è impegnativo si può aiutare il bambino a tagliare il traguardo attraverso alcune tappe. Se, ad esempio, ha 4 in matematica, è irrealistico pretendere un 8 a breve termine. È invece più facile che riesca ad arrivare al 5 la volta successiva, al 6 quella dopo ancora e al 7 alla terza prova per raggiungere l’8 alla quarta.


“Ancorarlo” nei suoi successi

Per rafforzare la memoria dei successi (quali che siano: anche un goal alla partita all’oratorio) può essere utile creare un “calendario dei successi”, sul quale annotarne uno ogni settimana perché sia immediatamente visibile.


Criticarlo, ma in modo costruttivo

Se rompe un piatto apparecchiando, non bisogna aggredirlo immediatamente. Invece, è meglio prima complimentarsi per aver assolto al suo compito, e poi dirgli che “però sarebbe stato meglio se il piatto fosse stato ancora intero”. In generale, funziona molto bene la “regola del sandwich”: un complimento, una critica, un complimento (“Grazie per avermi aiutato, ma non hai ancora sistemato camera tua. Ah, dimenticavo: ancora bravo per l’8 in italiano”).


Credere in lui

Basta una frase: “Ho fiducia in te, ce la farai”. Sembra una banalità, ma il fatto di sapere che qualcuno crede il lui, per il bambino è fondamentale, e lo aiuta ad aver fiducia nelle proprie capacità per affrontare senza paura anche situazioni nuove. Una fiducia che si può rafforzare anche affidandogli qualche responsabilità in casa (adeguata alla sua età, ma senza mettere l’asticella troppo in basso: il “ti piace vincere facile” fa danni).


Sostenerlo

Quando lo scoramento prende il sopravvento a causa di una caduta nella strada verso il traguardo, bisogna aiutare il bambino a rialzarsi. Facendogli capire che nella vita un fallimento può sempre capitare, ma che alla lunga gli sforzi vengono comunque ricompensati.


Fare il tifo per lui

Il rafforzamento positivo nei confronti del bambino si ottiene anche con piccole cose: “Simpatica la tua maglietta”, “Bella questa pettinatura”, “Il tuo zaino è molto più ordinato di una volta”… Però bisogna evitare di fare l’errore di sovrastimare le sue capacità: dirgli in continuazione “sei un genio”, per esempio, rischia di essere controproducente. Perché, alla prova dei fatti, potrebbe accorgersi di non essere veramente a un livello molto più alto di compagni e amici. E cadere dall’alto di un piedistallo fa più male.


Fargli coltivare i suoi talenti

La buona riuscita a scuola non sempre va di pari passo con le capacità di ciascuno: Einstein (giudicato uno studente mediocre dai suoi professori) ne è l’esempio. Quindi, per preparare un bambino alla vita, è bene fargli coltivare i suoi talenti e le sue passioni, senza pregiudizi: preferite che vostro figlio diventi un ottimo cuoco o un pessimo medico?



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